lunedì 22 aprile 2013

L'Ultima Volta



Quando penso sia l'ultima volta, non lo è mai; quando penso di non riuscirci non lo credo davvero.
Il climatizzatore, ad esempio, non produce refrigerio: per me fa zumbafitness. D'altronde qui c'è un’afa ultraterrena. Il sottofondo è il mio respiro, in controtempo coi miei pensieri, ma a me sembra un bumbumbum ripetitivo tipo drum machine. 
Io con le donne non ci parlo, preferisco la luna. La luna mi ascolta senza pretendere una bevuta gratis al bar. E neanche mi mette addosso idee malsane tipo lo shopping o le creme depilatorie. Io odio le porte spalancate, e certe tipe sono spalancatissime: le metto a fuoco uno ad una. Anzi, le metterei al rogo.
Non sopporto la notte, con le sue anime resuscitate buttate nei pub, i suoi zombi mezzo assonnati e/o deviati. Preferisco il giorno, il mercato, fare la spesa tra bancarelle e vecchie nonne curve e rugose. 
Mi danno fastidio quelli che bisbigliano, quelli che lanciano  occhiatacce. Mi rattrappisco davanti a scene di gente che ti squadra da capo a piedi. Se fossi io lo sceneggiatore, certe scene da telenovelas quotidiane le avrei senz’altro tagliate.
Non bevo whisky, solo latte col Nesquik. Non dormo nel letto ma su un divanetto. Sto zitto quando non devo e parlo spesso a vanvera. Mi sento un rifugiato, vivo quasi supino sulla vita, un'aria interrogativa, forse anche supplichevole che non mi molla mai.
Non fumo, mangio caramelle al limone. Quando ho voglia di ballare avvolgo le braccia attorno al mio stesso corpo e mi dondolo a destra e a manca, come se fossi su un’astronave in viaggio.
Quando penso sia l'ultima volta, ricomincio da capo: a pensare.

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