mercoledì 16 marzo 2011

Kancabaya




Nel Loculo l’atmosfera è grigianera, come tutte le sere di lunedì. Tommy c'ha la gola infiammata, dice, e allora si proverà da mortorio, che le nostre serate sono già di per sé d’un grigio indefinibile: tendenza al nero suicidio, connessione cromatica con i nostri stati d’animo sarcofagheschi. Verio ripete seimila volte uno stesso assolo che cazzo non gli veniva, sfastidiamento raddoppiato e trituramento triste degli attributi. Finchè ha preso all'improvviso la pedaliera degli effetti e l'ha buttata via al largo nel piazzale dell'Autoparking, bestemmiando Santanne e Santemarie. Ne è seguito un requiem con canto gregoriano. Baffo ha messo fuori una canna floscia, arrangiata poco prima da Minghio. Minghio e Baffo si calano le braghe e restano in mutande, mentre accendono il barbecue di erbasimpatica. L'erbagiusta puzza che è una bellezza, Tommy sbotta con una tosse catartica.
I trogloditi della band hanno perso un po’ di verve, si va avanti d’istinto, qualcosa si comincia a alterare. La nostra percezione del rock è ormai fatta di grunge e disperazione e buio e penombra. Ogni prova nel Loculo si finisce fumati a luci spente con le braghe calate. E te ne stai là, solo dentro di te a cercare di capirecapirecapire, fino a quando ti rendi conto che non c'è proprio niente da capire.
Fuori e lontano dal Mondo Crudele che non ci apprezza e non ci capisce, soli e abbandonati nel Loculo grigio, a suonarci addosso malinconicamente una situazione di vuoto che crea l’ispirazione.
- Acido Muriatico - dice Tonsilla
- Io dico che è un bel titolo per una song - dice Baffo. 
Amen.



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